Coraggioso, leale, retto, disinteressato, nobile di figura e di nascita, sobrio di costumi, devoto al bene della Repubblica: così emerge dal pantheon degli eroi consacrati dal mito napoleonico Louis-Charles-Antoine Desaix, il generale che con il suo attacco muta le sorti della battaglia di Marengo e cade gloriosamente nel momento cruciale dello scontro.
La sua breve vita come pure la sua straordinaria morte sembrano sintetizzare le virtù virili della classicità, tanto amate e ricercate dall'epica rivoluzionaria.
Desaix nasce nel 1768 a Ayat-sur-Sioule in una famiglia di piccola nobiltà. Frequenta la scuola militare e ottiene il brevetto di luogotenente.
Militare di carriera, allo scoppio della Rivoluzione rifiuta di seguire i fratelli emigrati all'estero.
Abbandonata la casa paterna di Veygoux raggiunge le armate rivoluzionarie.
Nel 1790 è aiutante di campo. Due anni dopo, è ingiustamente sospettato di simpatie monarchiche, ma presto scagionato. A venticinque anni, dopo essersi distinto nelle guerre in Germania, è nominato generale di divisione.
Negli anni successivi consolida la sua fama nell'Armata del Reno. Amatissimo dai suoi uomini, ne condivide le privazioni. Soltanto nel 1797 è trasferito in Italia, dove stabilisce subito un solido legame con Bonaparte. Osservatore arguto, il suo Journal de Voyage è tra le più interessanti opere di memorialistica del tempo.
Partecipa alla spedizione in Egitto e comanda uno dei famosi quadrati nella vittoriosa battaglia delle Piramidi. Dopo un avventuroso ritorno dal Medio Oriente, nel giugno 1800 raggiunge l'Armata di Riserva solo pochi giorni prima di Marengo.
Ritenuto da molti un possibile concorrente politico di Bonaparte, la sua morte suscita sospetti. La propaganda inglese arriva a ipotizzare il suo omicidio su ordine del Primo Console, ma si tratta di un'invenzione.
Il generale cade colpito al cuore nel pieno dell'azione. Il suo corpo sarà ritrovato a sera.
Louis-Charles-Antoine Desaix è seppellito nell'Ospizio del Gran San Bernardo.