CANAVESE 1800
Durante l’ultimo quarto del 1700 si registrano annate di carestia con scarsi raccolti di cereali e di aumento dei prezzi del pane. Si crearono quindi profonde tensioni con la nobiltà e i loro agenti sul territorio anche perché il popolo pensa che il re non conosca assolutamente il vero stato di povertà che li assilla.
Nelle campagne del Piemonte c’è un forte attaccamento alla casa sabauda per motivi religiosi e anche per aver combattuto da sempre al loro fianco in conflitti non troppo lontani (1706 assedio di Torino e 1747 battaglia sull’Assietta) … e soprattutto contro il popolo francese. I francesi quindi non sono mai stati ben visti, a partire dal 1495 quando Carlo VIII attraversa la penisola italica per rivendicare il regno di Napoli.
Ma in Francia durante questo periodo di carestia la popolazione si ribella e “esporta” questa sua ribellione in tutta Europa raggiungendo tra i primi luoghi il nostro Piemonte.
La Rivoluzione Francese e soprattutto il periodo di occupazione napoleonica portano in Piemonte e nel Canavese profondi stravolgimenti sociali, guerre, crisi commerciali e di conseguenza fame nelle campagne.
Nonostante questi fattori negativi, tali eventi apportano anche ideali di libertà e progresso umano in una società da troppo tempo sotto il controllo di una aristocrazia obsoleta e addormentata, e in special modo abituata a sfruttare i contadini e a passare le serate in salotti sfarzosi.
Si creano in quegli anni gruppi massonici pro-giacobini ma anche altri contro di essi.
Non mancano quindi le rivolte create da una o dall’altra parte come “il tumulto delle granaglie”, “la rivolta degli zoccoli” o la “massa cristiana”.
L’indigenza e la fame conseguenti alla crisi economica ma soprattutto la prescrizione obbligatoria, che nelle truppe napoleoniche poteva durare anche 10 anni, diedero inoltre maggiore impulso alla crescita del fenomeno del brigantaggio. I principali gruppi che si possono ricordare sono i Mayno della Spinetta, i Barbetti, i Fratelli di Narzole.
Nonostante i tanti problemi, le requisizioni di beni economici per il sostentamento delle truppe francesi e la proscrizione che toglieva molte braccia alla terra, le novità che stravolsero il normale ordine furono veramente tante e tra queste possiamo ricordare:
• Potere alla borghesia anziché la nobiltà
• Confisca dei beni feudali
• Insegnamento della lingua francese
• Uso della ghigliottina anziché la forca
• Attivazione delle anagrafi nei comuni con censimento accurato di tutti i cittadini (nascite, matrimoni, morti)
• Fondazione a Torino dell’Ufficio di Borsa e della Camera di Commercio
• Costruzione di nuove strade (ad esempio la strada Imperiale che da Ivrea va a Chivasso)
• Coscrizione obbligatoria
• Introduzione del Codice Civile (Code Napoléon)
• Aggiornamento di tutti i catasti
• Sviluppo dell’attività scolastica e accesso alle Università anche alle persone di estrazione non nobile.
• L’abolizione della parrucca
• Cancellazione dei privilegi fiscali dei prelati e dei nobili
• Introduzione del sistema monetario e del sistema di misura a base decimale.
Bibliografia
Carandini, F., Vecchia Ivrea, Ivrea 1963
Ramella, P., Napoleone e il tempo francese in Ivrea e Canavese, Santhià 2000